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BISCOTTI DI PRATO O CANTUCCI DI PRATO
I cantucci originali sono grandi biscotti secchi ottenuti impastando farina, acqua, sale, olio d’oliva, zucchero, lievito e insaporiti con anice. Sono cotti a filoncini e poi affettati e tostati.
Il nome cantucci deriva dal fatto che, in passato, le persone povere, non avendo denaro per acquistare buoni biscotti, si accontentavano di mangiare la parte terminale del filoncino cotto, detto, in Toscana, ‘cantuccio’.
Con queste caratteristiche è definito il cantuccio di Prato, dal celebre vocabolario del Fanfani, nell’edizione del 1875. I cantucci erano uno dei fiori all’occhiello della produzione di Antonio Mattei, tanto che ancora lo storico negozio porta la scritta ottocentesca ‘fabbricante di cantucci’.
L’equivoco e la coincidenza tra i due prodotti sono pasticcio recente, dovuto probabilmente alla diminuzione d’interesse verso i cantucci che si verificò nel secondo dopoguerra, quando i biscotti, più ricchi, cominciarono a diffondersi maggiormente, anche per la diminuzione del costo delle uova...
Così, probabilmente la gente iniziò ad associare il nome cantucci ai biscotti di Prato.
In realtà, i biscotti secchi con le mandorle o le nocciole che sono i più diffusi in commercio oggi si chiamano ‘i biscotti di Prato’.